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La pubblicità che inganna



Lecito non fidarsi della pubblicità. Spesso inganna.
Ma non tutte le aziende e non tutti i pubblicitari sono disponibili a piegarsi alle "regole del mercato". Alcuni ritengono doveroso mantenere l'etica sopra tutto il resto. Alcuni!

Vi siete chiesti perché, nelle foto e nelle pubblicità in tv, le pietanze sembrino così tanto belle mentre nella realtà sono assai meno interessanti?

Più grandi sono le aziende, più diffusi sono i prodotti, maggiore sarà l'interesse ad ingannare i consumatori. Per questo leggete - in piccolo - sulle scatole di prodotti alimentari la dicitura "L’immagine sulla confezione ha il solo scopo di presentare il prodotto”. Significa che non è il prodotto, ma che lo rappresenta fittiziamente.

Si chiaro, non si tratta solo di raffigurare il prodotto al meglio della sua immagine visiva – come farebbe un pasticcere nella vetrina o un fruttivendolo sul banco – ma di tecniche di manipolazione assai spesso vergognose e intollerabili.

Il 99% delle immagini dei prodotti alimentari su manifesti, negli spot video, nei volantini pubblicitari e sulle confezioni sono ampiamente finte. 
Vengono realizzate con l'aggiunta di:

colla, lacca, pittura, gesso, borotalco, sassi, buste di plastica, cotone, assorbenti, gomma, sapone, olio motore, fili elettrici

A questo si aggiunge una adeguata illuminazione e una sapiente post-produzione in computer grafica.

L'invito è quello di guardare questo video in cui vengono mostrate delle "tecniche" di preparazione fotografica del cibo.



Mi sembra molto interessante proporre anche il successivo video in cui viene mostrato il "dietro le scene" della foto scattata ad un panino di una nota azienda di trash food.




Il decreto legislativo 109/92 afferma che etichette e confezioni non devono trarre in inganno il consumatore. Si tratta, purtroppo, di una norma spesso ignorata.

Vi lascio in visione alcune piatti e le relative confezioni provenienti da vari supermercati (francesi, italiani, tedeschi, americani).


   








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