Combino guai, per 1 milione di euro.
Uno degli alimenti più noti della cucina italiana nel mondo è la pasta. Si tratta dell'alimento tradizionalmente più amato, più popolare e più diffuso nell’alimentazione degli italiani. Si tratta di un prodotto semplice, costituito essenzialmente da grano ed acqua. Costa poco, è estremamente buono, risulta accessibile a chiunque, non è particolarmente complicato da essere cucinato.
Nei supermercati LIDL è possibile trovare prodotti alimentari a brand COMBINO.
Oggi, facendo la spesa, ho trovato questo prodotto della linea economica "pasta", confezionato in buste color "blu Barilla".
La busta riporta in alto il nome del brand COMBINO, il nome del prodotto "PENNE RIGATE", il tipo di grano utilizzato "di semola di grano duro", il peso "500g", e le indicazioni sul tempo di cottura "10 minuti".
La busta riporta in alto il nome del brand COMBINO, il nome del prodotto "PENNE RIGATE", il tipo di grano utilizzato "di semola di grano duro", il peso "500g", e le indicazioni sul tempo di cottura "10 minuti".
La pasta Combino, con quell'unico brand, viene prodotta da davvero tanti produttori differenti. Conoscere che tipo di grano viene utilizzato, ed il luogo d'origine dello stesso può essere molto importante. In Canada, ad esempio, si segue una normativa molto diversa dall'Italia per il glifosato.
Sul retro della confezione in discussione sono riportate alcune informazioni relativamente all'origine della materia prima: il grano. Il luogo di produzione fa riferimento a UE e non UE. Quindi un po' da ovunque. Nello stesso ambito si legge anche il nome Italia.
In Italia, in realtà, si effettua la molitura. La molitura è una modalità di macinazione che giova ad ottenere le farine dalle cariossidi del grano.
In Italia, in realtà, si effettua la molitura. La molitura è una modalità di macinazione che giova ad ottenere le farine dalle cariossidi del grano.
Le confezioni di questo prodotto, tuttavia, non sono sempre state le medesime. In una versione precedente della confezione erano presenti scritte ed elementi grafici utili a generare confusione nel consumatore. Anzi, mi sembra corretto scrivere, a generare una vera e propria falsa percezione sull'origine del prodotto. Nell'immagine si vede una coccarda con il tricolore italiano. Mentre, sulla busta, in alto sotto il logo, si trova la scritta, furba, "specialità italiana", che oggi non è più presente nell'attuale confezione.
Come mai questi elementi non sono più presenti sulle buste di pasta?
L'Agcm - l'Autorità garante della concorrenza e del mercato - ha stabilito una sanzione di un milione di euro, a carico della Lidl per avere indotto gli acquirenti in errore sulle caratteristiche e sull’origine della pasta brandizzate “Italiamo” e “Combino”. L'Agcm ha stabilito che la Lidl ha enfatizzato l’italianità del prodotto, attraverso scritte e figure, volte a formare errate convinzioni nell'acquirente.
Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato in questo modo si può ingenerare nei consumatori l’equivoco che l’intera filiera della pasta sia italiana. Nella sentenza si dice “Il consumatore catturato dai claim che in modo più immediato ed incisivo colpiscono la sua attenzione, se non approfondisce la propria indagine visiva ruotando la confezione e andando ad analizzare le specifiche indicazioni sull’origine della materia prima, sarà indotto a credere che anche il grano duro utilizzato nella produzione della semola sia di origine italiana. Pertanto, al di là dell’imprescindibile riferimento agli obblighi informativi desumibili dalla normativa di settore e considerata l’importanza attribuita dai consumatori all’indicazione dell’origine della materia prima e del luogo di trasformazione, l’incompletezza dell’informazione resa al primo contatto attraverso le confezioni delle paste a marchio Italiano e Combino appare configurare una pratica commerciale scorretta”.
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