La pubblicità spia chi la guarda

I nuovi cartelloni elettronici ideati dall'agenzia «Quividi» (dal latino Qui vedo) vi guardano, analizzano, fotografano, catalogano. Vi studiano mentre li osservate, vi analizzano per determinare la vostra età, sesso, aspetto, possibilmente la vostra ipotetica capacità di spesa. Inviano tutti i dati raccolti su ogni osservatore ad una banca dati che dal vostro aspetto e atteggiamento deduce se la pubblicità sia efficace o no.
A trasformare il classico ed innocuo cartellone pubblicitario in una vera è propria spia segreta pubblicitaria è una macchina da presa collegata ad un computer, celato al suo interno.
Viene registrato e valutato proprio tutto, anche il tempo di sosta e l'espressione che assumete dinanzi ad essa.
Questo nuovo tipo di cartellone elettronico attira facilmente molti passanti poiché, come la tv e certi siti web, trasmette immagini e video, accattivanti, curiosi, interessanti.

Uno dei fondatori dell'agenzia è l'italiano Paolo Prandoni. «Con Internet e con la tv è molto facile fare della reclame mirata perché si sa quali siti vengono visitati di più, o quale audience esista per ciascuna categoria di consumatori. La reclame stradale invece è stata sempre fatta alla cieca. Adesso non lo sarà più».
I cartelloni della Quividi sono stati adottati a Manhattan, per una squadra di calcio di Filadelfia, in alcuni negozi Ikea in Europa, nei McDonald di Singapore.
Un’altra ditta, la Trumedia tecnologies, ne ha appena installati curca trenta in vari Paesi, in via sperimentale. Lo slogan della Trumedia, che con le sue telecamere già opera con compiti di sorveglianza in Israele, è «ogni faccia conta».
Il direttore, George Murphy, sostiene che si tratta soltanto di «ammodernare un veicolo pubblicitario antiquato».

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