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Bigliettini da visita (parte 2)

Nella cultura asiatica (giapponese e cinese specialmente) lo scambio del biglietto da visita non è solo utilità, informazione e contatto. L'osservazione del cerimonioso rituale che accompagna lo scambio di un biglietto da visita è espressione di buona educazione e civiltà, riveste una enorme importanza in ambito tanto lavorativo quanto privato. E' un sofisticato mezzo di interazione sociale, uno strumento di comunicazione, un mezzo necessario di relazione: bisogna ricordarsi sempre che il biglietto da visita va scambiato reciprocamente.
Prima di entrare in contatto con il Sol Levante - specialmente se si tratta di concludere affari - è necessario assicurarsi di disporre di un adeguato numero di Meishi (termine nipponico per "Biglietti da visita”) o Mingpian (termine cinese).

E opportuno conoscere tutta una serie di regole e comportamenti:
1) L'iniziativa dello scambio di Meishi spetta alla persona che occupa la posizione più alta per resposabilità, ruolo, saggezza.
2) Anche il modo in cui si porge il cartoncino ha un suo valore. È importante, per mostrare rispetto alla persona alla quale ci si rivolge, offrire il proprio bigliettino da visita reggendolo con il pollice e l’indice (di una o entrambe le mani), ponendolo verso l'interlocutore, rendendone facile ed immediata la lettura del contenuto. Se possibile, il Meishi va offerto mostrando il lato stampato in giapponese per ‎facilitarne la lettura.
3) Quando si riceve il bigliettino va sempre preso con tutte e due le mani, mai con una sola. E' preferibile accompagnare il gesto con un leggero inchino. Bisogna leggerlo immediatamente davati alla persona che lo ha consegnato, dimostrando attenzione al contenuto. Questo aspetto è molto importante. La mancanza è sintomo di cattiva educazione, e poco rispetto.
4) Se si è seduti ad una scrivania (ma anche ad un tavolo durante una cena di lavoro), i bigliettini ricevuti NON vanno conservati in tasca, men che mai in un portafogli da riporre nella tasca posteriore di un pantalone (oltraggio). Al contrario vanno tenuti in bella mostra, o riposti in una apposita custodia rigida.
5) Si possono scambiare i biglietti da visita con le altre persone prima e dopo un evento, mai durante.
6) È sempre bene presentarsi non "a voce", ma dando il proprio biglietto. Nella inopportuna ipotesi di trovarsi sprovvisti di Meishi si può sempre ricorrere ad un comune foglio di carta su cui scrivere i propri dati.

Alcuni informazioni per chi si interessa di grafica:

I dati da riportare sono i classici: nome e cognome della persona e denominazione ‎dell’azienda.
E' consuetudine che i Meishi siano bilingue, stampati - preferibilmente - su entrambi i lati del cartoncino. Un lato va composto in giapponese, l’altro possibilmente in inglese. La traduzione di un nome europeo in ideogrammi non è consigliata in ‎quanto potrebbe dare luogo ad equivoci o potrebbero scaturire termini impropri o addirittura offensivi. ‎‎Un ulteriore dato, di importanza fondamentale, è la professione e la carica aziendale. In questo ‎caso è prevista la traduzione che dovrà essere chiara e precisa.

Per l’indirizzo, numeri telefonici, fax, e-mail valgono le scelte convenzionali.

Il formato ‎del biglietto: 9,0 x 5,5 cm sono delle dimensioni facilmente in uso, o comunque un valore di riferimento.

Attenzione:
- In Corea si scrivono in rosso solo i nomi di persone decedute e risulterebbe imbarazzante ‎presentarsi con un biglietto con il proprio nome e cognome stampato in rosso.
- Evitare di utilizzare biglietti tradotti in Cinese o Giapponese pensando erroneamente che possano ‎andare ugualmente bene (sono lingue diverse!!!).
- L’uso di caratteri pittografici (cinesi, giapponesi o coreani) richiede un maggior ingombro tipografico, quindi per potere ‎leggere agevolmente i pittogrammi è necessario utilizzare fonts con un corpo non inferiore ai 12 punti.

Tra i tanti siti che trattano l'argomento pongo l'attenzione su questi in lingua inglese (vedi) (vedi).

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